Tra le tante diversità culturali e linguistiche col resto del mondo che riscontriamo e scopriamo ogni giorno, quelle che creano in assoluto più problemi – almeno a livello europeo – sono senza dubbio le differenze tra noi italiani e i paesi di lingua tedesca. La questione gira attorno a una divergenza netta e sistematica nel “carattere” della nazionalità italiana rispetto a quella germanica.
Nel mondo degli stereotipi, infatti, l’italiano è considerato un “mammone viziato”, totalmente irrispettoso di leggi e regole, che costruisce la propria etica su pizza, caffè e mandolino piuttosto che su valori morali e rispetto reciproco, infischiandosene del prossimo e basando le proprie scelte su conoscenze e influenze personali senza mai perseguire uno scopo diverso dall’appagamento del proprio piacere e della propria volontà. Viceversa, il (madrelingua) tedesco lo immaginiamo tutti come un freddo e rigido burocrate, sempre ligio al dovere e alle regole, invasato dai suoi principi etici e di logica razionale (a cui non viene mai meno, pena il linciaggio), che va in giro con sandali e calzini facendo il bagno in mare a gennaio. A tal proposito, Bruno Bozzetto ha realizzato per il Goethe Institut un interessante video-ritratto delle differenze tra italiani e tedeschi.
Vivendo lo stereotipo sulla nostra pelle, sappiamo bene che le cose, in realtà, non stanno sempre così. Tuttavia, è necessario tenere sempre ben presente alcune differenze tra noi e i nostri cugini d’oltralpe:
PUNTUALITA’
I nostri cugini tedeschi sono famosi per essere estremamente puntuali. Non c’è niente di più vero. Nella cultura tedesca la puntualità è uno dei simboli del rispetto altrui. Arrivare con un solo secondo di ritardo, infatti, implica essere considerati estremamente maleducati e irrispettosi, se non addirittura una conoscenza “pericolosa”. Perché mai, si chiedono infatti, se devi essere qui alle 8 di mattina per qualcosa che ti interessa non riesci ad arrivare in tempo? L’unica risposta possibile è che il ritardatario di turno sia totalmente privo di disciplina e serietà, che non sia affidabile e, in quanto tale, assolutamente indegno di stima e fiducia. Ecco perché nessun tedesco come si deve arriverà mai tardi, anzi; normalmente si presentano con almeno 10 minuti di anticipo. Non sia mai che qualcuno sia costretto a doverli aspettare. Ci rimetterebbero la faccia. Per cui, se viaggiate in un Paese tedesco per lavoro o se dipendete da qualche guida turistica, vedete di non farli attendere: la scusa “c’era traffico” da loro non funziona.
BIRRA
È credenza comune che tutti i tedeschi siano dei gran beoni. Qualsiasi tipo di tafferuglio in terra germanica riportato dal TG italiano è facilmente spiegabile ai nostri connazionali con un semplice “saranno stati ubriachi”. E qui nasce l’uggiosa questione della capacità di reggere l’alcol, oltre al consumo che ogni nazione ha della propria bevanda alcolica tipica. In Germania e nei Paesi di lingua tedesca la birra è più del nostro vino. Per noi l’inebriante nettare degli dei è un companatico da consumare insieme al pane. Per i tedeschi la birra è come il pane. E, come per i tanti pani che vengono prodotti localmente in ogni zona del nostro Paese, anche la birra si differenzia a livello geografico. Ecco il perché delle diverse gradazioni alcoliche, della gamma quasi infinita di tipologia di birra (bionda, pils, rossa, bianca, ecc.) e dell’intensiva produzione artigianale. Che differenza c’è, infatti, tra i nostri fornai che sfornano quotidianamente pane fragrante e fresco, e i mastri birrai tedeschi? La stessa Oktoberfest, tanto apprezzata da noi italiani, non è una vera e propria festa della birra, ma una fiera agricola, a cui si sono aggiunti col tempo danze popolari, tradizione e… birra. Provate a viverla e guardarla con occhi diversi, la prossima volta che ci partecipate: c’è molto più dell’alcol da scoprire.
FREDDEZZA vs. DETERMINAZIONE
Un altro luogo comune sui tedeschi è che siano freddi e distanti. Un po’, come dire, “hitleriani”. Niente di più sbagliato. Di norma, i tedeschi sono estremamente gentili e cordiali con tutti: non perdono occasione per prodigarsi ad aiutare e assistere gli stranieri nel proprio Paese – ovviamente in una lingua di comune comprensione – e farli “sentire a casa”. È da qui, in realtà, che nascono molti dei problemi e delle incomprensioni. Prima di tutto, è bene tenere a mente che per un tedesco essere ospitale non significa essere invadente; significa essere d’aiuto nel pieno rispetto della privacy altrui. Ecco spiegato perché, nel loro modo tutto “crucco”, nessuno vi chiederà da dove venite e perché siete lì, limitandosi unicamente a risolvere il risolvibile. In secondo luogo, è importante ricordare che, pur se apparentemente “rustici”, i tedeschi sono dei gran compagnoni e festaioli. Il clima e le usanze li rendono semplicemente un po’ troppo “freddi” ai nostri occhi. Il fatto è che noi, mediterranei dal sangue caliente, siamo abituati a fare il cosiddetto “casino”. Loro, invece, sono estremamente convinti che sia possibile divertirsi senza devastare persone e cose che ci circondano. L’apparente freddezza, in realtà, non è altro che una forte determinazione a perseguire i propri scopi, sempre nel rispetto e nella tolleranza altrui.
LIBERTÀ vs. CIVILITÀ
Un altro grande problema di incomprensione coi madrelingua tedeschi sta nel concetto di libertà e civiltà posseduto dalle rispettive culture. Per noi italiani libertà è fare quello che più ci piace, sentirci liberi di poterci esprimere fino al massimo livello di degrado consentito (o ben oltre), invadere gli spazi altrui a piacimento ed essere serviti e riveriti. In poche parole, la nostra idea di libertà è quella di poter fare il pascià a vita. Per i tedeschi le cose vanno un pochino diversamente. Partendo dal presupposto che la propria libertà finisce dove inizia quella altrui, si potrebbe dire che il loro concetto di libertà si avvicini a quello di Gaber: la libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione. Vista così, la libertà è la capacità di esprimere se stessi in qualsiasi condizione e luogo, di fronte a qualsiasi cultura e civiltà, rimanendo sempre saldi al principio della tolleranza e del rispetto reciproco. In pratica, essere libero non è per tutti: la libertà è qualcosa che va conquistato giorno per giorno, persona dopo persona, caso dopo caso. Forse ora capirete perché ai tedeschi piace tanto campeggiare: possono dar prova della loro (tecnicamente avanzata) civiltà ed esprimersi liberamente nello spazio neutrale e incontaminato che gli offre la natura. Di conseguenza, è probabile che capirete altrettanto meglio i loro sguardi stizziti quando vedono noi italiani buttare rifiuti a terra o fare qualcosa di terribilmente stupido e irriverente.
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